Il Castello: un punto di vista privilegiato

La storia millenaria di questa comunità ha come principale riferimento anche dal punto di vista visivo l’antico mastio del castello, ripristinato come torre campanaria a fine Ottocento, e restaurato a seguito delle lesioni causate dal terremoto del 1976, che si erge poco sopra la chiesa di San Nicolò, la cui monumentale bianca facciata si annuncia anch’essa salendo a Castelnovo dalla pianura.

Prima di diventare un vero e proprio castello, già in epoca tardo romana la posizione sopraelevata aveva favorito la costruzione di una torre di avvistamento, inserita nel sistema difensivo a ridosso delle Prealpi contro le incursioni dei barbari, mentre il termine “Castelnovo”, testimoniato nel 1140 con riferimento a una famiglia composta da personaggi che rispondevano al nome di Chonradus de Castelnovo o Chuno de Castello novo (1150) etc., indica una formazione “nuova” nel contesto di un nuovo progetto di colonizzazione, dissodamento e ripopolamento dell’area pedemontana collinare.

E’ dunque verso il XII secolo, a seguito del fenomeno dell’incastellamento della regione, che il territorio viene dato in feudo ad una famiglia di origine bavarese a seguito degli Ottoni come vassalli della chiesa di Aquileia, e chiamato d’ora in poi Neuhaus/Neuburg (tradotto letteralmente “casa nuova”) per distinguerlo da altri castelli che essi possedevano nella terra d’origine.

A lungo conteso tra diversi feudatari, e infine proprietà dei conti di Gorizia, Castelnovo figurò tra i territori friulani in possesso degli imperiali, insieme a Pordenone, Codroipo, Belgrado etc., fino al 1509, quando, in guerra contro Massimiliano I, Venezia completò il suo dominio in terraferma: assediato dalle truppe veneziane, Castelnovo viene conquistato passando così alla potente famiglia udinese dei Savorgnan del ramo “del monte”, fino alla caduta della Serenissima. Il loro territorio giurisdizionale, da sempre rinomato per la vite, per essere pescoso e ricco di boschi e cave di pietra, comprendeva i paesi di Castelnovo, Lestans, Usago e Travesio.

Il castello in origine era organizzato su due livelli: quello in posizione sopraelevata era circondato dalla prima cerchia muraria e dotato di una possente torre-mastio ora adibita a torre campanari, con la porta di accesso posizionata ad Ovest e difesa da una struttura con ponte in legno. Quello inferiore invece comprendeva la seconda cerchia di mura con l’attuale chiesa e i resti di quello che doveva essere il borgo, ovvero un insediamento sorto a ridosso delle mura del castello: di fatto a metà del Cinquecento le fonti ricordano l’esistenza di un borgo superiore e uno inferiore, di una piazza e una loggia ovvero un luogo di adunanze pubbliche, mentre nei paraggi a partire dal XIII sec., era cresciuta una “villa” ovvero un vero e proprio villaggio. Con l’estinzione della famiglia dei Savorgnan il castello cadde in rovina: nel 1887 le mura del castello furono abbattute per ricavarne le pietre con le quali venne ampliata la vicina chiesa di San Nicolò.

Oggi il castello, cui si accede attraverso una pittoresca scalinata che immette attraverso un portale all’area perimetrale, costituisce un punto panoramico privilegiato sui colli circostanti, ma anche l’ideale punto di avvistamento lungo la linea difensiva pedemontana, traguardando i vicini castelli di Spilimbergo a sud, a est di Pinzano, e a ovest di Toppo e Solimbergo. Un apposito pannello esplicativo in loco evidenzia l’importanza strategica dell’antico maniero.

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