Pomponio Amalteo

AMALTEO (Amaltei), Pomponio

(Motta di Livenza, 1505- 9 marzo 1588)

Figlio di Leonardo “della Motta” e di Natalia Amalteo, da cui prese il cognome in virtù del prestigio intellettuale della famiglia materna composta da letterati ed ecclesiastici, Pomponio cresce nel colto ambiente umanistico dei fratelli Amalteo, e viene educato dallo zio Marcantonio, sacerdote e precettore. Il 29 giugno del 1534 a Pordenone in seconde nozze sposa Graziosa, figlia di Giovanni Antonio de’ Sacchis, suggellando il rapporto con quello che è considerato il suo principale maestro e di cui fu il più stretto collaboratore nonchè continuatore della “maniera”. Il suo apprendistato alla bottega del Pordenone si colloca intorno al 1515, quando Amalteo si trasferisce da Motta, insieme allo zio Marcantonio, a San Vito, ma bisogna attendere il 1529 per avere dati certi sulla sua opera autografa, quando l’artista si offre di decorare in piena autonomia il Palazzo del Consiglio dei Nobili a Belluno.

Facendosi universalmente apprezzare come disegnatore, freschista e pittore, Pomponio si trovò ad ultimare molte opere, in particolare nel caso di impegnativi cicli ad affresco, ideate o abbozzate dal Pordenone stesso, interrotte a causa di sempre nuove e più impegnative commissioni che portavano l’artista fuori dal Friuli, soprattutto a partire dal 1530 quando Pordenone si trasferì a Venezia, e naturalmente dopo la sua precoce scomparsa, avvenuta a Ferrara nel 1539. Pomponio Amalteo è menzionato con parole di elogio dal Vasari che nella seconda edizione delle Vite (Firenze 1568) lo include tra gli allievi più dotati del Pordenone: “seguitando sempre il suo maestro nelle cose dell’arte, si è portato molto bene in tutte le sue opere”, ma seppe anche distinguersi dal maestro e trovare, pur coltivandone lo stile e condividendo il gusto per il movimento e l’azione teatrale, una sua vena poetica originale, anche guardando all’esempio di altri maestri veneti, da Paolo Veronese a Francesco Bassano, da Jacopo e Domenico Tintoretto a Palma il Giovane, traendone nuovi stimoli e spunti culturali per la sua arte e rinnovando il suo immaginario figurativo. Una particolare capacità di padroneggiare lo spazio lo rese in grado di dominare illusionisticamente con ampi interventi decorativi edifici e situazioni architettoniche complesse, cimentandosi oltre che come freschista, pittore e intagliatore, anche come progettista-architetto.

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