IL MUSEO DELLA GROTTA DI PRADIS
Il paesaggio del comune di Clauzetto è contraddistinto dal punto di vista geologico dal fenomeno del carsismo che trova la sua massima ostentazione nelle Grotte di Pradis, abitate fin dal Paleolitico, con l’annesso “orrido” provocato dall’erosione delle acque del torrente Cosa, luogo spettacolare per il turista in visita e di grande attrazione per gli speleologi in virtù dei ritrovamenti preistorici tra cui lo scheletro dell’ursus speleus, né va dimenticata la nota sorgente di acqua oligominerale di Pradis che sgorga ai piedi del monte Dagn.
Cimitero Militare di Val da Ros – strada provinciale SP55, da Clauzetto a Pielungo
Percorrendo anche i sentieri della memoria, il ricordo della Grande Guerra e dei combattimenti seguiti allo sfondamento austro –ungarico di Caporetto, lungo la ritirata verso il Piave, ha lasciato il segno nelle valli dell’Arzino e del Cosa: in Val da Ros le truppe italiane della Zona Carnia tentarono invano di infrangere l’accerchiamento nemico ingaggiando una tragica battaglia. In memoria dei caduti dei caduti italiani e tedeschi che hanno combattuto la Battaglia di Pradis il 5 e 6 novembre 1917 è stato eretto un suggestivo camposanto lungo la strada provinciale che collega il Comune di Clauzetto con la località di Pielungo. (www.grottedipradis.it)
ALLA SCOPERTA DELLE BORGATE
ARCHITETTURA SPONTANEA SALVAGUARDATA GRAZIE AL “FAMOSO” ARTICOLO 8 DELLA LEGGE REGIONALE 30 (1977)
Questa sintesi unica tra natura e storia di cui è composto il paesaggio di Clauzetto trova espressione in una serie di architetture e di opere d’arte di particolare pregio, e si fonda dunque proprio sulla pietra che sorregge i terrazzamenti, che pavimenta e delimita il territorio con la linearità dei muretti a secco, struttura e qualifica le costruzioni, dall’edilizia spontanea alla nobiltà dell’architettura della Pieve d’Asio che non a caso conserva il più monumentale altare lapideo del Friuli.
Clauzetto è un aggregato urbanistico ambientale di notevole interesse non solo per i suoi ampi panorami ma anche per il suo contesto paesaggistico e architettonico. Caratteri peculiari sono l’alternarsi, su terreni dolcemente acclivi, di prati che alimentarono la pastorizia e di boschi, e di un sistema insediativo che aggrega cortine edilizie lungo le curve di livello con edifici orientati verso il sole e la pianura.
Il sistema insediativo che si dispone per cortine edilizie lungo le curve di livello con edifici orientati verso il sole e la pianura: i suoi borghi di pregevole architettura spontanea dai caratteristici ballatoi in legno esposti a sud (in particolare Gerchia, Zuanes, Tascans, Dominisia, Omenars, Sot Cel, Paludon, Triviat e Pradis), sono collegati tra loro da una fitto reticolo di sentieri con pavimentazioni in acciottolato e gradonate nei tratti di maggior pendenza.
E se ancora oggi possiamo godere di questo patrimonio frutto di antichi saperi e tipologie costruttive del luogo, e testimonianza viva della vita quotidiana delle generazioni che ci hanno preceduto, lo dobbiamo al fatto che il comune di Clauzetto li ha sistematicamente individuati e salvati dalle distruzioni a tappeto oltre che dai pesanti rifacimenti del post-terremoto grazie a interventi conservativi in virtù dell’applicazione dell’ articolo 8 della Legge della regione Friuli Venezia Giulia n. 30, del 1977, in quanto espressioni dell’architettura spontanea locale, che così recita: «Al fine di recuperare e valorizzare, attraverso la corretta esecuzione delle opere di riparazione e di restauro, i principali valori ambientali, storici, culturali ed etnici connessi con l’architettura locale, il Servizio regionale dei Beni ambientali e culturali è autorizzato, anche su segnalazione dei Comuni interessati, a compilare, mediante schedatura e catalogazione, elenchi documentati degli edifici anche non ad uso abitativo danneggiati dagli eventi sismici e rappresentativi dei valori suindicati, ubicati sia all’interno che all’esterno delle zone di cui all’articolo 4, primo comma, della presente legge».
Il dettagliato elenco di queste architetture qui di seguito indicato, permetterà di scoprire, nelle più remote e suggestive borgate, percorrendo sentieri naturalistici tra fontane e lavatoi, contesti ambientali di particolare suggestione oltre che un patrimonio edilizio generalmente in buono stato conservativo. (Elenco articoli 8)
LE CAVE
La pietra a Clauzetto è dovunque, a pavimentare, delimitare proprietà con i muretti a secco, a sorreggere i terrazzamenti, a strutturare le costruzioni, sia quelle frutto dell’edilizia spontanea sia le architetture ecclesiastiche, a dare forma a statue e altari: si tratta di un calcare di varia tipologia e colore, proveniente da cave diverse che a partire da fine quattrocento alimentò l’attività degli scalpellini o spizapiera, a partire dal più importante scultore rinascimentale attivo in Friuli, il Pilacorte, ma anche apprezzata in tempi più recenti, da uno dei protagonisti dell’architettura moderna italiana, Carlo Scarpa.
E’ una pietra dura, che richiede esperienza e che ancora vanta, in loco, maestri dello scalpello che ne conoscono tutti i segreti.
Tra le cave storiche più famose e apprezzate sia da Pilacorte che da Scarpa è la “cava Spessa” anche detta “cava di Pradis” in località “I Piani” in corrispondenza di Pradis di Sotto, ora in Comune di Castelnovo del Friuli, ma a soli 5 Km in linea d’aria da Clauzetto, da cui si estraeva un calcare utilizzato quale pietra da costruzione caratterizzato da un bianco omogeneo dai toni tra il bianco e il grigiochiaro; da altre cave in quel di Pradis invece derivano le delicate gamme della pietra grigia chiazzata di macchie bianchissime che una volta levigata assume, come ben si può notare dal loro impiego nell’altaristica nella Chiesa di San Giacomo e nei vari oratori, una lucidezza pari a quella dei marmi più pregiati.
FOTOGRAFIE