Ad inizio Novecento quando richiamati dalla sua aria “imbalsamata”, come scrive nella sua guida di Spilimbergo e il suo mandamento l’ingegnere Giovanni Bearzi (Udine, 1926), le comitive dalla pianura risalivano verso Clauzetto, località climatica e meta consigliata per escursioni tra i verdi pascoli e le faggete ombrose.
“Giace e riposa Clauzetto dove il monte di se fa grembo, che un poco fuori sporgendolo a dominare il mette con uno sguardo l’ampia pianura del Friuli di ville sparsa, da fiumi e torrenti frastagliata, dall’Alpi Giulie e Noriche circondata, dal mar che in fondo biancheggia bagnata e chiusa: ai suoi piedi in un bel disordine sorgono sudditi colli di vigne rivestiti e da castella diroccate irti e gremiti; a destra a lui s’aprono erbose valli da ruscelli irrigate e da boschetti adombrate, ove muggono gli armenti, belano le agnelle; sotto a sinistra vedi fra la chiostra dei monti con l’altero suo corno sbucare il Tagliamento, che s’avanza maestoso ad impor tributo ai fiumi, ai torrenti; a tergo con la sua cima petrosa e coi fianchi di boscaglie ricoperti s’estolle il monte, che dando mano a tramontana ad altri monti, dagli aquiloni e da ogni malignità del cielo cuopre e difende questa beata Regione”
G.B. Rizzolati, Orazione in elogio della famiglia Politi in Udine trapiantata (..), Udine 1825, 2.
Ci fu un tempo in cui i suoi ampi panorami e la natura peculiare del suo paesaggio seppero alimentare un ben organizzato flusso turistico, in particolare ad inizio Novecento quando richiamati dalla sua aria “imbalsamata”, come scrive nella sua guida di Spilimbergo e il suo mandamento l’ingegnere Giovanni Bearzi (Udine, 1926), le comitive dalla pianura risalivano verso Clauzetto, località climatica e meta consigliata per escursioni tra i verdi pascoli e le faggete ombrose. Adagiata sul declivio meridionale denominato Asio del Monte Pala, a 558 m. di quota, in una posizione dominante sulla valle del Cosa che permette alla vista di spaziare fino al mare e lungo un bel tratto del Tagliamento, Clauzetto si è giustamente meritata l’attributo di “balcone del Friuli”.
Se in passato Clauzetto, principale centro della millenaria pieve d’Asio, giunse a contare fino a cinquemila anime grazie ai buoni affari offerti dal commercio del legname, al rinomato formai asin e alla perspicacia dei suoi abitanti, oggi ridotti a 500 residenti, in questi ultimi tempi questa comunità sembra scuotersi dalla rassegnazione e ritrovare l’orgoglio delle sue origini: mentre un gruppo social tiene uniti i tanti figli illustri di questa terra sparsi nel mondo, in pieno cantiere di restauro è l’antica pieve di San Martino che recentemente non solo ha riscoperto nuovi affreschi sotto i suoi intonaci, ma anche i colori originali del monumentale altare in pietra scolpito da Pilacorte, il principale scultore rinascimentale attivo in Friuli. La stessa pieve, grazie alla sua perfetta acustica e al silenzio da cui è avvolta, è sede di concerti di musica antica promossi dall’Associazione Antiqua, nata per lo studio e la divulgazione di tale tradizione artistica, che ha sede proprio a Clauzetto. (Istituto laboratorio di Musica Antiqua di Clauzetto)
Non meno intense sono le giornate del gruppo di volontari denominati “del rio Maggiore” che stanno recuperando dall’imboschimento il fitto reticolo di sentieri in acciottolato e i canali di scolo delle acque, permettendo di ripercorre il tratto finale, per chi arriva oggi lungo la statale, dell’antica via “del Tul” scolpita nella pietra viva, che collegava Clauzetto e le sue borgate alla pianura.
Prati atti il pascolo, che nei secoli diedero vita alla famosa produzione del formai asin, boschi dunque, destinati all’insaziabile Serenissima, attraverso la fluitazione dei tronchi sul Tagliamento, e pietra ad alimentare l’arte degli scalpellini e degli scultori, contraddistinguono dunque il paesaggio culturale della pieve d’Asio, in una sintesi tra natura e storia che trova espressione in una serie di architetture e di opere d’arte di particolare pregio, da esplorare attraverso molteplici itinerari e anche da assaggiare, in quanto questo paesaggio ha il sapore del formai asin, anima anche della golosa “balota”, specialità proposta dai produttori e ristoratori locali.