Anduins: Chiesa di Santa Margherita.
Appartenente in antico alla pieve di Vito d’Asio e documentata già nel 1476 in occasione di un legato, la Chiesa é citata il 15 novembre del 1516 in un atto notarile redatto a San Daniele per la commissione al noto pittore Pellegrino da San Daniele di un’opera raffigurante la patrona Santa Margherita, del valore di 50 ducati, da parte del cameraro Urbano di Anduins e di Leonardo Stefano a nome del Comune .Nel 1533 il pievano Leonardo Fabricio ristruttura la chiesa rifacendo il coro, e il primo gennaio del 1540 viene consacrata: all’altar maggiore si aggiunse un altare, ancora non consacrato nel 1584, dedicato a S. Margherita. Nuovamente restaurata e ampliata ai primi del Settecento, dotata nel 1738 di un nuovo altare in pietra dedicato alla Madonna del Rosario, opera di Giovanni Mattiussi di Gemona e dello scultore Cristoforo Granzuich, una seconda navata venne eretta nel 1742 e nel 1770 venne ripavimentato il coro. Nel 1762 il gemonese Giacomo Pischiutta scolpisce il tabernacolo in marmo di Carrara, e nel 1772 Giovanbattista Chieu, di Pinzano, realizza l’ altare marmoreo poi sostituito nel 1848. Nel 1854 monsignor Giovan Pietro Fabrici descrive una mensa e una custodia in marmo tra due statue lignee di S. Bartolomeo apostolo e S. Margherita.
Prima dunque dello 1891, anno dello smembramento dalla pieve d’Asio, la chiesa di Anduins era dotata di tre altari: l’altare maggiore in marmo, dedicato a S. Margherita titolare di una Confraternita in loco, con ai lati le statue della Santa e di S. Bartolomeo, l’altare della Beata Vergine del Rosario, opera di Giovanni Mattiussi (1738) e un altare dedicato ai Santi Antonio da Padova, Floriano e S. Giovanni Battista. Nel 1809 il curato Giovanni Pilosio eliminò le navate unificando il vano della Chiesa, che venne nuovamente consacrata nel 1809. Nel 1843 venne costruito il campanile, per volontà del cappellano Natale Mecchia.
Distrutta dal terremoto del 1976, la chiesa venne totalmente ricostruita con annessa un’ampia casa canonica, mentre il campanile è stato restaurato: l’interno ad aula unica, è stato recentemente arricchito di un imponente organo Tamburlini, acquisito grazie a un’asta pubblica. Lungo le pareti si conserva quanto rimane delle opere e degli altari dell’antica chiesa: i frammenti dell’altare originario, tra cui putti e parti lapidee, una pala di Giuseppe Buzzi, pittore e doratore sandanielese (1683-1769) con la Madonna col bambino e i SS Bartolomeo e Margherita, del 1712, un dipinto di Francesco Cucchiaro (sec. XVII), due stendardi del primo Novecento, con la Madonna col Bambino e due angeli con l’Eucarestia; ed inoltre una Via Crucis opera recente di Gian Carlo Prior, un mosaico e una tela settecentesca con la Madonna Immacolata, donata da Mario Toniutti nel 2004, noto mosaicista attivo a Milano originario di Anduins; alle pareti anche la sequenza litografica della via Crucis e una serie di sculture del primo novecento, oltre che un Emblema della Confraternita della Consolazione o della Cintura, opera secentesca del gemonese Comoretto.
Casiacco: Chiesa di Sant’Osvaldo
In antico l’oratorio della borgata di Casiacco, soggetta a Vito d’Asio, era dedicato a San Osvaldo e a Santa Lucia e risulta edificato come cappella privata nel 1613 a spese di don Giovanni Fasiolo, cappellano di Valeriano, che qui trascorreva in famiglia le sue vacanze: suo pronipote la cedette a Giovanni Domenico Ciconi nel 1652 e quindi nel Settecento l’oratorio risulta appartenere al Comune. Verso metà Settecento, vi venne trasportato l’ altar maggiore già della Chiesa di San Michele di Vito d’Asio, in legno intagliato e dorato, simile all’altare della Beata vergine esistente nella pieve di S. Martino. Un battistero fu costruito nel 1891 e anche vi venne annesso il cimitero. I documenti ricordano cinque altari: l’altar maggiore in onore di Sant’Osvaldo, un altare marmoreo dedicato all’Immacolata, dono di Pierina Ceconi e scolpito da Bucci di Spilimbergo come un terzo altare dedicato a S. Antonio da Padova dono di Antonio Cedolin, e due altari lignei di artigianato locale, dedicati al Sacro Cuore di Gesù e al Crocefisso.
Ricostruita dopo il terremoto del 1976 su progetto dell’architetto Gianpaolo Bortoluzzi e dall’ingegnere Alberto Scorrano (1985/86), la chiesa all’interno si presenta come uno spazio luminoso e avvolgente di cui l’altare è il punto focale, composto dall’intersecarsi di due volumi rettangolari disposti ad angolo retto che si elevano con uno spiovente molto accentuato, mentre il campanile, costruito nel 1920, è stato restaurato nel 2009. All’esterno e sul retro della chiesa, esattamente nella sua ubicazione originaria, è stato ricollocato l’altare marmoreo settecentesco della chiesa preesistente scolpito da Giacomo Pischiutti di Gemona (1762). L’interno conserva il tabernacolo ligneo di concezione architettonica , recentemente ridorato, assegnato alla bottega secentesca dei Comuzzo, famiglia di intagliatori gemonesi attivi tra il Friuli e il Cadore. Alle pareti si allineano vari dipinti tra cui il Transito di S. Giuseppe (sec. XVIII), una Madonna col bambino tra angeli e santi Osvaldo e Caterina, due gonfaloni con l’Immacolata e i santi Lucia e Osvaldo, cui sono anche dedicate due statue lignee dipinte a gesso bianco, e una statua lignea con la Madonna Immacolata, opera datata al 1922 proveniente dalla Val Gardena.
Tabernacolo della Chiesa Parrocchiale San Osvaldo di Casiacco (pdf)
Chiesa di San Francesco d’Assisi
Dipendente dalla Chiesa di San Giacomo di Clauzetto, la comunità di San Francesco, in friulano detta anchedel Cjanâl , ebbe fin dai primi decenni del settecento una propria chiesa fabbricata a spese del Comune, con il contributo della confraternita di San Francesco, e dal 1746 un proprio cappellano-mansionario, appartenente alla famiglia Concina originaria di Clauzetto. Nel 1781 venne chiesta autorizzazione al vescovo Bressa di costruire cimitero e battistero, ma solo nel 1838 il Comune provvide a dotare la valle di un cimitero. Nel 1764, quando fu oggetto della visita pastorale del vescovo Gabrielli, la chiesa era dotata di due altari: l’altare maggiore aveva la mensa in pietra e la parte superiore in legno, con una statua del santo, e verso metà Ottocento un secondo altare in pietra, consacrato alla Beata Vergine della Salute, si aggiunse grazie alle offerte dei devoti
Il 4 aprile del 1891 la chiesa di San Francesco d’Assisi fu smembrata dalla pieve di San Martino e divenne parrocchiale nel 1945. Nel frattempo però il terremoto del 1928 abbattè la chiesa che nel 1929 fu ricostruita nelle forme attuali ad unica navata, e consacrata nel 1930, data che si legge anche sul retro dell’altare, mentre più recentemente l’abside è stata arricchita da una vetrata artistica raffigurante San Francesco.
Altre cappelle sono state costruite nel corso del novecento, a Pozzis, dove la chiesa e l’ altare sono dedicati alla Madonna del Rosario, senza dimenticare la Madonna della neve, meta di piacevoli passeggiate tra i boschi sul Mont di Anduins, e di una tradizionale festa ai primi di agosto.