Alvise Casella

(notizie tra il 1548 e 1582)

La memoria e il linguaggio plastico dell’opera di Alvise Casella, nipote del Pilacorte per tramite della figlia Anna e sicuramente collaboratore del padre Donato nella cui attiva bottega operava anche il fratello Giacomo, si lega in particolare alla statua di San Nicolò, oggi conservata al Museo Diocesano di Pordenone, resto di un perduto altare eseguito per la Chiesa di Castelnovo del Friuli da lui realizzato tra il 1553 e il 1561, come attestano le fonti storiche. San Nicolò (cm. 90x40x25) stante e riccamente abbigliato, appare con i caratteri stilistici tipici della sua mano: una certa impacciata e tozza gestualità, un’approssimata anatomia e rigidità nel panneggio, riscattata da una genuina ricerca espressiva. Alla base nel piedistallo e sul fermaglio della veste di quest’ultima scultura compare lo stemma dei Savorgnan dello scaglione, famiglia giurisdicente del luogo che ritorna nel portale scolpito dallo stesso Pilacorte per l’Oratorio dei Battuti di Valeriano, o in quello per la pieve di San Martino d’Asio.
Documentato a partire dal 1548 e morto nel 1582, è anche indicato come autore degli angeli attorno al fusto del fonte battesimale della chiesa di San Lorenzo Martire a Rorai Grande, dove collabora col padre Donato (1558-1559).

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