Giacomo Ceconi di Montececon

Di umili origini, figlio di Angelo e Maddalena Guerra, dalla natia Pielungo nel 1851 si trasferisce a Trieste per lavorare come manovale, frequentando le scuole serali fino a conseguire saldamente i principi del disegno tecnico e delle costruzioni. Grazie al suo tenace impegno scala presto le varie tappe del mestiere, da capomuratore a subappaltatore a cottimo fino a diventare impresario, chiamando a lavorare con se maestranze provenienti dalla sua terra natale, la val d’Arzino.

Tra il 1857 come capo impresario e dal 1865 come impresario indipendente, lavora sulla rete ferroviaria costruendo nuove tratte, stazioni, ponti, viadotti e gallerie: la prima vera ed epica impresa lo vede impegnato dal 1879 al 1885 nella costruzione della terza galleria alpina dell’Arlberg, per unire con un traforo di circa dieci chilometri Innsbruck a Landeck e Bludenz fino al confine svizzero.

Grazie all’abilità dimostrata in tale opera, consegnata con tredici mesi di anticipo rispetto alla scadenza contrattuale, si guadagna il titolo di nobile di Montececon da parte di Francesco Giuseppe, onore nobiliare poi confermato dal governo italiano. E’ attivo anche a Trieste, dove tra il 1887 il 1897 amplia il porto, in Sardegna, e dal 1901 al 1905 ottiene l’appalto della costruzione del tunnel ferroviario del Wochein nelle Alpi Giulie. Dopo aver dimorato in varie città dell’impero, a Graz e a Gorizia, città dove costruisce imponenti residenze per la sua numerosa famiglia, si stabilisce nel castello edificato a Pielungo (1890-1908) insieme alla sua quarta moglie, Giuseppina Novak, al figlio Mario, destinato a diventare uno scultore di fama, e le figlie Maria ed Elena Magdalena. Al fine di migliorare la qualità di vita della sua vallata, isolata e impervia, percorribile solo attraverso mulattiere, costruisce una strada per collegare Pielungo ed Anduins alla pianura, denominata in onore della sovrana Regina Margherita e inaugurata il 15 novembre 1891, lunga 11 chilometri in buona parte scavati nella roccia, con imponenti opere di sostegno, muraglioni, ponti e canali.

L’opera venne realizzata in soli due anni avvalendosi di una minima sovvenzione pubblica che però il conte utilizzò per altri ulteriori imprese, adoperandosi soprattutto a favore dell’istruzione della giovani generazioni, costruendo scuole, dotando le comunità di servizi, acquedotti, un tiro a segno, sollecitando l’apertura di uffici postali nelle varie frazioni, favorendo il rimboschimento e costruendo la nuova sede del comune ad Anduins, nel quale esercita anche la carica di sindaco.

Giacomo Ceconi fu anche amico e committente di importanti artisti suoi contemporanei, come lo scultore Alfonso Canciani o il pittore Ernst Stöhr, entrambi appartenenti alla Secessione viennese di Gustav Klimt, ed inoltre si adoperò per decorare varie chiese con opere d’arte tra cui la Parrocchiale di Pielungo. Sarà in seguito il figlio Mario a completare la strada regina Margherita, dopo la morte del padre, sovvenzionando il tratto da Pielungo a San Francesco.

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