Il castello Ceconi di Montececon

Costruito su un’ antica proprietà di famiglia, e al posto di una precedente abitazione paterna già più volte ampliata con nuovi corpi di fabbrica, il castello riflette il gusto neo-gotico proprio dell’eclettismo storicista di fine Ottocento, tra torri, merlature, portali archiacuti e l’impiego del cotto a vista. L’intervento decorativo, analogamente a quello promosso dallo stesso Giacomo Ceconi per la Chiesa di Sant’ Antonio di Pielungo, vede come protagonisti i pittori gemonesi Barazzutti e Brollo, eredi di una tradizione purista e di ascendenza nazarena, attivi come freschisti e in genere come decoratori in varie chiese della Carinzia e della Slovenia.

La decorazione della facciata corrispondente all’ingresso principale trova il suo culmine nella presenza delle quattro sculture in marmo raffiguranti i poeti Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso, collocate su mensole, caratterizzate da un composto linearismo e da una sintesi astrattizzante della figura, corrispondente all’opera matura dello scultore di Alfonso Canciani (1863-1955), cormonese e legato da amicizia col conte Ceconi per le comuni frequentazioni viennesi e goriziane. A queste presenze plastiche si connette l’intervento pittorico che vede nelle tre lunette corrispondenti ai portali mezze figure con i ritratti di Leonardo da Vinci, Irene di Spilimbergo, Vittoria Colonna, affiancate dalla copia della Madonna della melograna di Sandro Botticelli, tra le mezze figure di Alessandro Volta e Louis Stevenson, a formare una sorta di compendio che allinea l’arte, la poesia ma anche le grandi scoperte della scienza, rivelando la visione culturale progressista e aperta al nuovo del conte Giacomo. Sul fianco dell’edificio compiono altri soggetti ad affresco di carattere venatorio e una scena con Giovani musicanti e danzanti, mentre un fregio con motivi vegetali e zoomorfi corre lungo la parte alta e la decorazione si completa con motivi araldici e zodiacali; all’interno, in corrispondenza del soffitto dello scalone, è dipinta una scena allegorica di gusto neo-barocco, con uno sfondato illusionistico, e nei bagni una decorazione di ripresa pompeiana con motivi architettonici con pinakes sul fondo rosso.

La cancellata in ferro battuto al viale d’ingresso è opera di Alberto Calligaris (Udine, 1880-1960), maestro del ferro battuto, che qui ricorre a una decorazione d’ispirazione rinascimentale a motivi geometrici e floreali.
Danneggiato dal sisma del 1976, difeso strenuamente dalle ruspe grazie all’intervento dell’allora sindaco Lualdi, che comunque non riuscì ad evitare la demolizione della chiesetta annessa al castello e che oggi conserva, nella cappella interrata, le sepolture dei coniugi Ceconi, il restauro curato dalla Soprintendenza tra il 1982 e il 1992 ha provveduto a ricollocare la statua di Dante caduta a terra fortunatamente senza gravi danni e a integrare le lacune nelle superfici pittoriche della decorazione ad affresco; più recentemente, dopo l’acquisizione dell’edificio, già donato dagli eredi Ceconi alla regione Friuli Venezia Giulia insieme al parco circostante, quindi acquistato nel 2008 dall’azienda Graphistudio, un radicale intervento di interior design ha completamente rinnovato gli interni e sistemato l’area verde circostante. Su progetto dello studio di architettura e design di Pierangelo Brandolisio, di Maniago, il castello, nuovamente restaurato in ogni dettaglio per le parti originali, è stato internamente rivisitato con criteri di alta tecnologia e l’impiego di particolari accorgimenti illuminotecnici, ricorrendo per le parti di nuova costruzione a materiali come acciaio e legno a vista, al fine di assegnare nuove funzioni di rappresentanza e show room all’architettura di Giacomo Ceconi (www.studiobrandolisio.it).

Altrettanto suggestivi gli esterni del castello, che conservano un ampio parco e giardino, per uno scoperto di 45.300 mq., dotato di una ghiacciaia, terrazzato e un tempo piantumato a roseto e frutteto, con il corredo di campi da tennis, il tutto sullo sfondo del più ampio e paesaggistico intervento di ri-forestazione avviato da Giacomo Ceconi.

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