Dalla Carnia al Friuli Collinare, sulle orme del Pilacorte

E restando sempre sulla sponda sinistra del Tagliamento, poco lontano da Tolmezzo, troviamo Pilacorte attivo nella pieve di Santa Maria di antica fondazione, sita fra gli abitati di Casanova e Caneva, lungo la sponda destra del torrente But, e in una posizione panoramica che spazia lungo la vallata o Canale di San Pietro. Le ristrutturazioni avvenute nel Cinquecento e nell’Ottocento sono documentate da iscrizioni incise e murate sulle pareti esterne e Giovanni Antonio Pilacorte ebbe sicuramente una parte di primo piano nel rifacimento cinquecentesco della chiesa, anche se i successivi rimaneggiamenti hanno in parte frammentato il suo intervento di cui rimane memoria nelle pietre scolpite a bassorilievo, provenienti da un altare e murate in parte all’esterno, sulla facciata e sopra il portale settecentesco. Uno di questi frammenti riporta la firma dell’autore e la data di realizzazione originaria, appena sopra l’iscrizione che documenta il ritrovamento ottocentesco (JO ANT PILACORTE/FACIEBAT/1505).

Sulla facciata spicca il rilievo con la Madonna con il Bambino benedicente, posto nella lunetta sopra il portale dell’ingresso, circondata da volute ai lati e da motivi a dentellatura e ovoli, tipici del repertorio classico. Caratteristici del linguaggio adoperato dal Pilacorte sono anche gli altri motivi ripresi nei resti del tabernacolo eucaristico e nella custodia a muro per oli santi composta sempre con frammenti dell’altare, dove si vedono motivi vegetali stilizzati, grottesche e testine alate di cherubini. Del Pilacorte è anche la statua del Padre Eterno benedicente, seduto anch’esso su testine alate di cherubini (un tempo era collocato nella nicchia del portale esterno, ma proviene dalla cimasa del tabernacolo originale).

Tra i luoghi più frequentati da Pilacorte, attivo come si è detto in tutti il Friuli, non solo nella destra Tagliamento ma anche dalla Carnia fino a Portogruaro, o a S. Andrat del Cormor, anche il Friuli collinare conserva importanti testimonianze della sua infaticabile opera: a San Giorgio ad Arcano (1515) , si conserva un portale scandito dalle teste di cherubini, con un medaglione sull’architrave raffigurante San Giorgio e il drago, e poco lontano, a Rive di Arcano, un’acquasantiera nella chiesa di San Martino(1514), ma anche a Fagagna, nella pieve di Santa Maria Assunta, un fonte battesimale, datato al 1504, e, in via Cecconaria, al suo scalpello è stato attribuito un rilievo con la Madonna che allatta tutt’oggi conservato in facciata.